di Vittoriano Nori, Paolo e Giorgio Pellizzari

chiesa


1901: I Padri Giuseppini giungono a Montecchio Maggiore con il compito di dar vita ad una missione apostolica nella parte più povera del paese, assumendo contemporaneamente anche la cappellania di San Vitale. Il primo direttore dell’Opera giuseppina di Montecchio, il Padre Pietro Carrà, già con il suo arrivo del 1901, assolve alla funzione di cappellano.

1907: Con il direttore Padre Giuseppe Baldelli, viene segnalato che si curano per la prima volta in Istituto la preparazione e le feste di Pentecoste, Corpus Domini, Sacro Cuore, con i ragazzi interni ed esterni. Si celebra solennemente la festa dell’Immacolata, con la partecipazione anche dei giovani della Valle e di San Vitale.

1908: La novena di Natale è celebrata col canto delle profezie, come si usa in Piemonte [regione d'origine dei P.P. Giuseppini - NdR] .

1911: Il giorno 8 dicembre, con il direttore P. Emilio Cecco, viene inaugurata la nuova chiesa a fianco di Villa Pellizzoli, che è il primo complesso dell’Istituto. Mentre al lato sinistro per chi guarda, si amplia la scuola – seminario, sul destro dell’edificio vecchio si è costruita una grande ed elegante cappella con accesso al pubblico all’esterno della casa. Gran festa e funzioni solenni, fuochi artificiali, lancio di palloncini.

1912: Il 19 marzo, festa di San Giuseppe, il vescovo di Vicenza mons. Ferdinando Rodolfi visita l’Istituto e concede agli abitanti della Valle, presenti in massa, di partecipare alla messa festiva, adempiendo il precetto, nella nuova chiesa dell’Immacolata. Per festeggiare, i valligiani, per ben tre giorni, continuano a sparare con i cannoni antigrandine.

1914: la chiesa si arricchisce di un altare nuovo di elegante disegno su cui troneggia bella e maestosa l’effige di Maria Immacolata, a cui è dedicato l’Istituto.

1915: risulta che le funzioni della chiesa sono sempre frequentate dal pubblico e le comunioni continuano ad essere numerose. La nostra chiesina – scrive P, Angelo Roncaglia direttore dell’Istituto – può dirsi ultimata. Il bravo pittore Pittarlin ha rinfrescato le tinte; furono ridotte a stile gotico le due portoncine di fianco all’altare, le finestre furono coperte di sei belle tende mobili, dipinte a stile gotico con simboli religiosi. Quasi di continuo i fedeli portano offerte perché si accendano candele innanzi alla Madonna; ma vi è di meglio, ed è il consolante concorso, quale non si ebbe mai pel passato; cresce pure la frequenza alle comunioni e ne è eloquente indizio aver dovuto provvedere una pisside molto più grande.

1917: Gennaio. Questa nostra chiesa è funzionata regolarmente (vari locali dell’Istituto sono requisiti per esigenze belliche, non si può riaprire il Convitto, ma funziona solo un esternato per i giovani del paese e dintorni), le comodità non mancano ai valligiani, e vi corrispondono bene. Il maggior lavoro per direttore P. Luigi Balbi lo dà la parrocchia di S. Vitale, lavoro che crebbe a dismisura nei 15 giorni del tempo pasquale, mentre gli altri due confratelli sacerdoti prestavano l’opera loro nelle parrocchie di Vestenanuova e di Meledo di Sarego.

1919: Le cronache riportano: la nostra chiesa è sempre frequentata con grande divozione dai nostri valligiani, mentre la cappellania di San Vitale procura sempre un lavoro straordinario per la grande quantità delle persone che si accostano settimanalmente ai SS. Sacramenti. I due confratelli predicano ogni sera per turno; la gente devota vi accorre in gran folla e con essa alcuni soldati italiani e inglesi.

1954: La chiesa dell’Immacolata, a ricordo dell’Anno Mariano, viene restaurata con il concorso generoso di tutte le famiglie di Valle con l’applicazione dello zoccolo in marmo lungo il perimetro delle pareti interne, la decorazione delle pareti e del soffitto, la rimessa a nuovo dei banchi. Ma essa con il passare del tempo non contiene più i fedeli nelle celebrazioni festive ed è nuovamente mal ridotta e bisognosa di urgenti restauri al soffitto.

1972: la gente della Valle esprime il desiderio di essere costituita in parrocchia con una petizione firmata da 868 persone. [Verso gli anni ’70 il direttore P. Giuseppe Bellotto aveva trasformato la chiesetta dell'Immacolata, in palestra per la scuola dell’Istituto concedendo l’uso della chiesa del Sacro Cuore alla gente della Valle - NdR].

1977: In risposta alla richiesta presentatagli da don Francesco Ferrari, arciprete di San Vitale, in data 7 ottobre, mons. Arnoldo Onisto emette il decreto di costituzione in rettoria. Il Rettore è don Mario Venturini, che si prodigherà per lunghi anni fino alla proclamazione della parrocchia e alla progettazione della nuova chiesa parrocchiale.

1979: febbraio nasce il consiglio pastorale, promotore della vita spirituale ed anche organizzativa ed economica della rettoria.
Il Gruppo organizzatori sorge nel maggio del medesimo anno per ideare e sostenere i momenti di festa e le iniziative ricreative, sociali, culturali e…. autofinanziarie della rettoria.
Il 29 dicembre , un gruppo di persone delle Case Coop. Popolare “La famiglia” (quartiere situato oltre la statale valdagnese) scriveva al vescovo, chiedendo che, nel discorso sui confini della nuova parrocchia, si tenga presente la loro propensione ad essa, sia per la comodità logistica, che per l’inserimento pastorale già da molti preso con i Giuseppini.

1982: dicembre. Esce il primo numero del bollettino della rettoria ‘Da Torre a Torre’, periodico mensile della rettoria (poi mantenuto anche dalla parrocchia). Alla distribuzione provvede un nutrito numero di "postine volontarie". Questo "foglio di collegamento" tra parrocchia e parrocchiani raccoglie l'eredita lasciata da precedenti testate, nate con la rettoria, quali il giornalino “Giovani Valle”, iniziato nel febbraio 1978 e ribattezzato "Generazione Nuova" nel 1981.

1987: 8 settembre. Dopo qualche richiesta a mons. Onisto perché decida le sorti della rettoria, il vescovo, con decreto dell’8 settembre 1987, erige la nuova parrocchia S. Maria Immacolata e l’8 dicembre dello stesso anno ha luogo l’inaugurazione della stessa parrocchia. Per l’occasione è pubblicato un elegante Numero Unico, dove appaiono brevissimi stralci di storia relativa alla chiesetta dell’Immacolata sempre frequentata da abitanti della “Valle”, dipendente però dalla parrocchia di S. Maria e S. Vitale, e dieci anni di attività della rettoria, eretta il 7 ottobre 1977.

1995: Marzo . Racconta una cronaca: "Già da diversi mesi era stata preannunciata la visita pastorale del Vescovo di vicenza al vicariato di Montecchio Maggiore e il 16 – 18 – 19 marzo, Mons. Pietro Nonis ci ha onorati della sua presenza nella nostra comunità. « Verrò a bussare anche alla vostra porta » si era espresso il vescovo « come fratello e come padre »; tali erano i sentimenti che si era proposto per preannunciare la sua visita e così possiamo affermare di averlo incontrato".
Settembre. Cambio di guardia alla direzione della parrocchia S.Maria Immacolata.
Dopo 18 anni a Montecchio, prima come rettore della comunità dei padri Giuseppini del Murialdo e negli ultimi otto anni a capo della parrocchia di nuova fondazione di S.Maria Immacolata, don Mario Venturini lascia la realtà castellana alla volta di Pinerolo, vicino Torino.
Al suo posto, nella parrocchia della Valle, arriverà padre Piergiorgio Ponso, ora direttore del Patronato dei Giuseppini di Cesena. Oltre a don Mario, se ne va anche don Adriano Disconzi, chiamato a proseguire la sua opera all’Istituto Turazza di Treviso. Il suo posto verrà preso da don Antonio Fabris – ora cappellano della parrocchia di San Pio X di Padova. [“Il Giornale di Vicenza” - 14 settembre 1995].

1999: Ottobre. Nuovo cambio della guardia: don Piergiorgio Ponso lascia la direzione della parrocchia per motivi di salute al confratello padre Giuseppe Menzato, già direttore dell'Istituto "Lugaresi" di Cesena.

2001: Settembre. A capo della parrocchia viene chiamato padre Giovanni Vanzo, mentre don Piergiorgio Ponso ritorna, stavolta in veste di cappellano.

2004: Settembre. Don Piergiorgio Ponso è costretto a lasciare il proprio incarico per motivi di salute, rimanendo comunque operativo nella casa di Montecchio Maggiore. Come cappellano viene nominato don Gino Montagna, già presente in istituto da lunghi anni.