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L'ISTITUTO ATTRAVERSO L'ATTIVITA' APOSTOLICA

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1901 - 1905 inizio pagina

Nell’Istituto Maria Immacolata i Padri Giuseppini fanno il loro ingresso a Montecchio Maggiore il 27 ottobre 1901. Nell’Istituto don Carrà intraprende due opere: l’Oratorio festivo per i giovanetti del paese e la Scuola di ginnasio per una ventina di giovanetti esterni aspiranti allo stato ecclesiastico.

Nel 1902 i giovani sono 36, divisi in quattro classi: la 5ª elementare e le prime tre ginnasiali. “Ogni mattina arrivano verso le sette dai diversi borghi di Montecchio, da Arzignano e da altre località vicine; fanno prima una mezz’ora di preghiere e di meditazione nella divota cappelletta; poi vanno a scuola, che si conclude dopo il mezzogiorno con una seconda visita al SS.Sacramento. Ad un’ora tornano alle loro case a fare i compiti e studiare le lezioni, e studiano sul serio. Alla domenica vengono a ricrearsi nell’ampio cortile e sotto gli occhi della Vergine Immacolata, rappresentata in una statua di marmo bianco sulla facciata della Casa, i giovani Montecchiesi dell’Oratorio festivo in numero di oltre 100, che poi si conducono in parrocchia per le funzioni e il catechismo”.

Nel 1903 l’Istituto si riapre il 19 ottobre. Gli alunni sono 27 e frequentano le tre prime ginnasiali.

I padri giuseppini a Montecchio sono finora due: Padre Pietro Carrà (direttore), con funzione anche di cappellano di San Vitale, e Padre Giuseppe Baldelli, suo collaboratore. Con essi vi è anche un confratello laico, per i lavori manuali di casa e dei campi.

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Nel 1904 si registrano ancora 27 studenti. L’Oratorio conta normalmente 120 ragazzi.Nel 1905, a novembre, si registrano 21 scolari per le classi prima e seconda ginnasio. Si è riaperto l’Oratorio e i ragazzi sono 180. E’ direttore Padre Giuseppe Baldelli.

1906 - 1910 inizio pagina

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Nel novembre del 1906 sono registrate le seguenti notizie dell’Istituto Maria Immacolata: “Abbiamo qui trenta giovannetti, otto dei quali sono convittori e ventidue esterni. La comunità della Casa è composta dal direttore Padre Giuseppe Baldelli, dal chierico Antonio Basso e dal chierico Benigno Fracasso. Il 4 giugno del 1906 muore di malattia il chierico Adolfo Lorenzi di 27 anni.

Nel 1907 vi sono 19 giovani interni e 19 esterni. Gli studenti interni hanno per la prima volta la loro divisa.

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Il 1908 registra la presenza in Istituto di 40 convittori e di 30 studenti esterni, divisi in cinque scuole, una preparatoria e quattro di ginnasio.

Nel 1909 i convittori dell’Istituto da quaranta salgono ad ottanta, più 24 scolari esterni. Le quattro classi ginnasiali e le preparatorie raccolgono insieme 104 alunni .

Delle scuole risponde dinnanzi all’autorità didattica il professor Crosara di Vicenza, coadiuvato nell’insegnamento dagli insegnanti giuseppini, la cui comunità è composta dal direttore Padre Giuseppe Baldelli, da Padre Luigi Sella, da Padre Clemente Unguello, dal chierico Mario Longhin, dal chierico Carlo Gramaglia e dal chierico Cornelio Koffler .

Nel 1910 ci fu la prima Messa di don Mario Longhin, celebratasi il 18 dicembre. La sera precedente numerosi colpi di mortari, dalle alture dei colli che circondano Montecchio, annunciano l’arrivo del novello sacerdote.

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1911 - 1915 inizio pagina

Anno 1911. E’ direttore Padre Emilio Cecco.
Il 2 aprile l’Istituto è in festa per la prima Messa di Padre Ottavio Parino.

Anno 1912. La comunità è composta dal direttore Padre Emilio Cecco, da Padre Oreste Orsolon, da Padre Felice Gazbelino, da Padre Luigi Lavagno, dal chierico Serafino Maculan. Il numero dei convittori interni è salito a novanta: una quindicina sono gli esterni.

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La comunità giuseppina è composta nel 1913 dal direttore Padre Angelo Roncaglia, da padre Oreste Orsolon, da Padre Luigi Lavagno, dai chierici Serafino Maculan, Canzio Miseroni, Simonazzi e dal laico Casarotto. L’Istituto è visitato il giorno 3 dicembre dal superiore generale Padre Eugenio Reffo.

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Nel 1914 l’Istituto di Montecchio registra una sessantina di convittori e una trentina di scolari esterni. Nella festa della SS.Trinità (domenica 7 giugno 1914) celebra la prima messa don Serafino Maculan.

Annota il direttore padre Angelo Roncaglia nel 1915 che “l’influenza ha inferito al Collegio Convitto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore non risparmiando né confratelli né giovani. Fu una vera calamità”. Nel giugno dello stesso anno è in visita all’Istituto il superiore generale dei Giuseppini Padre Eugenio Reffo, in occasione di una sua ispezione alle Case giuseppine di Castel Cerreto, Bergamo, Modena, Vicenza, Thiene e Venezia .

1916 - 1920 inizio pagina

A Montecchio sono requisiti durante l’estate del 1916 i letti dell’Istituto e vengono occupati dai soldati anche i locali. Non è possibile riaprire il Convitto, e ci si accontenta di un esternato per “quei giovanetti del paese e dintorni che desiderano avviarsi alla carriera ecclesiastica”.

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Nel 1917 è direttore Padre Luigi Balbi , che informa subito, fin dal gennaio, che il “Collegio – Convitto non si è potuto aprire, e i pochi confratelli hanno dovuto limitare la loro azione ad un piccolo ginnasio di giovani esterni, provenienti da Montecchio e dai paesi vicini: essi sono in numero di quattordici, ossia nove in prima ginnasio e cinque in seconda”

A maggio dello stesso anno si informa: “Grande invasione di soldati all’Istituto di Montecchio: dapprima bersaglieri ciclisti, poi 69ª fanteria, poi alpini ed ora un gran magazzino viveri, che dalle 11 alle 14, riempie il cortile di carri, cavalli e camions. Ciò non impedisce la scuoletta di ginnasio che frequentano fedelmente quindici buoni giovanetti, né impedirà un po’ di Oratorio domenicale pei ragazzi della Valle”.

All’età di 41 anni scompare il sacerdote padre Giuseppino Dalla Pria, della comunità di Montecchio, e che era nato a Vicenza del 1876.

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All’inizio del 1918 la situazione all’Istituto Giuseppino di Montecchio Maggiore è la seguente: “I francesi sono pure nel nostro Collegio: prima era deposito di rifornimento del primo Corpo d’Armata “Croce Rossa”: ma dal giorno dell’Immacolata del 1917 è occupato dall’ambulanza francese con circa una cinquantina di infermieri e una quarantina di ammalati. Sono da ammirare fra quei soldati grande pulizia, educazione, cameratismo.

Gentilissimo poi, e pieno di bontà anche con i confratelli, è il capitano direttore. Ciò non impedisce le opere dell’Istituto: gli scuolari intervengono regolarmente in numero di venti circa, distribuiti nelle prime tre classi ginnasiali”. La situazione a maggio del 1918 è la seguente: “L’Istituto dell’Immacolata di Montecchio Maggiore è stato trasformato in completa tipografia. Chi lo crederebbe? Per l’impianto si bucarono i muri maestri e laterali; buchi enormi si fecero pure nei pavimenti; ed ora si lavora febbrilmente e così il povero Collegio di Montecchio è divenuto un Collegio di artigianelli! Ciò nonostante la scuola di ginnasio continua, divisa in due classi, frequentata da 18 ragazzi”

E tre mesi dopo: “A Montecchio Maggiore continua il lavoro febbrile della tipografia inglese, piantata nel nostro Collegio, e nella quale sono occupati ben settanta di quei militari, diretti da superiori intelligenti e cortesissimi coi nostri confratelli”.

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Nel 1919 è direttore padre Gaspare Reale , il quale fa annotare nel 1920 che il “Collegio di Montecchio Maggiore, dopo le peripezie della guerra, poté in quest’anno risorgere a nuova e più florida vita: i convittori salirono a più di ottanta e gli esterni a circa venti, divisi nelle classi elementari e nelle prime due classi del ginnasio.

1921 - 1925 inizio pagina

Domenica 17 aprile 1921 viene benedetta ed inaugurata una nuova statua di S. Giuseppe all’Istituto di Montecchio, dove arrivano anche sei suore dorotee per i servizi alla Casa.

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Nel 1922 la vita dell’Istituto è ben consolidata; il nuovo direttore è Padre Antonio Basso.

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L’Istituto, cresciuto in prestigio, nel 1923 annuncia il suo ingrandimento.

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Anno 1924: Il 3 luglio messa di don Antonio Boschetti, sacerdote novello giuseppino, già alunno di questa Casa. Chiuse le iscrizioni per esuberanza di domande fin dai primi di settembre.

Per grave malattia, scompare a Montecchio il 21 giugno 1925 il sacerdote Padre Canzio Miseroni di 36 anni: era nato nel 1889 a Cesena.

1926 - 1930 inizio pagina

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L’anno 1926, il 13 dicembre, si spegne in Istituto Padre Vittorio De. E’ direttore in Casa padre Bernardo Maculan.

Continua in crescendo l’attività dell’Istituto negli anni 1927 e 1928. L’11 luglio del 1927 celebrano a Montecchio la prima Messa i padri Giovanni Schiavo e Luigi Apolloni.

Il 22 giugno 1929 si tiene la commemorazione centenaria di Leonardo Murialdo, il fondatore della Pia Società Torinese di San Giuseppe, con diverse cerimonie, presente la popolazione del grosso centro di Montecchio Maggiore.

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All’imbocco della via Scaranto si compie la cerimonia della dedicazione della via al nome del fondatore dei Giuseppini: l’avv. Ceccato, podestà di Montecchio, taglia il nastro tricolore, premettendo la lettura di un nobile discorso. All’Istituto, nell’ampio cortile tra una folla entusiasta, mons. Schiavon tratteggia la figura del Murialdo, come un santo, un educatore e un apostolo. A sera, una attraente accademia di cori, di esercitazioni ginnastiche, di scherzi comici, chiudono la indimenticabile giornata.

Nel 1930 risultano in Istituto, tra interni ed esterni, 35 alunni delle classi preparatorie al ginnasio (quarta e quinta elementare), oltre naturalmente agli studenti delle classi ginnasiali.

1931 - 1935 inizio pagina

Il 21 giugno del 1931 arriva in visita all’Istituto Maria Immacolata (da lui diretto negli anni che vanno dal 1910 al 1913), il primo vescovo giuseppino mons. Emilio Cecco , già vicario apostolico del Napo (Equatore) e vescovo titolare di Latopoli. Qui mons. Cecco celebra la festa del Sacro Cuore e distribuisce i premi agli aspiranti studenti giuseppini. E’ direttore P. Antonio Boschetti.

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Il 5 giugno del 1932 il superiore generale dei Giuseppini, Padre Girolamo Apolloni, è in visita all’Istituto di Montecchio, dove si celebra la commemorazione solenne del fondatore della Congregazione, Leonardo Murialdo.

Un’immagine dell’Istituto è pubblicata nel 1933 nel Numero Unico Nel primo Cinquantennio della venuta dei Padri Giuseppini nel Veneto (1883 – 1933) .

Essa dice testualmente: “Le quattro mura del nostro collegio offrono un ambiente sufficiente e sano. Il fabbricato semplice e grandioso sovra ogni altro s’innalza, nella cornice dei colli e degli antichi ricordi, quasi solitario, a nord del paese. Possiede un ampio cortile ombreggiato con ampia palestra coperta.”.

“Paternità. In tutte le sale, nei cortili e nei passeggi si profila la figura di un Padre, insegnante e assistente, sempre vigile sopra i nostri giovani. Questi Padri curano direttamente l’educazione, all’altezza del loro nobile ufficio per scienza e bontà. E’ una gran cosa questa per chi sa come l’abito mentale e il sentire dell’adulto dipendono da ciò che à visto e udito nella fanciullezza”.

“Unità nella varietà. Abbiamo qui riuniti giovani di costume e dialetti diversi. Il Veneto porta naturalmente il maggior contributo, ma l’Emilia, il Lazio, le Marche, gli Abruzzi e persino la Sardegna ci arricchiscono di numerosi soggetti. Tutti devono parlare nel dolce idioma della madre patria, ma qualche parola sfugge talvolta nella lingua materna, provocando graziose babilonie. Ma questi elementi, per così dire, eterogenei sono armonicamente fusi nella serietà del medesimo studio, e nella rumorosa allegria della ricreazione.

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La cronaca del 1934 e del 1935 riferisce di due importanti iniziative, relative ad associazioni “esterne” ma di appoggio all’Istituto: le associazioni “Mamme Apostoliche” e “Antichi Allievi”. E’ direttore P. Dario Priante.

1936 - 1940 inizio pagina

Il 14 febbraio del 1936, viene ricordato il 25º anno della elezione di mons. Ferdinando Rodolfi a vescovo di Vicenza. Celebra la sua prima Messa P. Zeffirino Brunello.

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Nel 1937 gli aspiranti giuseppini della Scuola Apostolica di Montecchio Maggiore sono 134, compresi i postulanti.

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“Ma l’altra sera 23 ottobre 1938, con anticipazione sul previsto, la Scuola Apostolica ha gustato la gradita visita di saluto e di commiato di quattro chierici giuseppini in partenza per le Missioni dell’Equadore e del Brasile, accompagnati da Padre Vittorio Ambrosini, direttore dello Scolasticato di Ponte di Piave. Si tenne un’intima accademia di addio, alla quale prese parte la popolazione accorsa in buon numero, anche se troppo tardi avvertita”.

Per l’anno 1940 riportiamo quanto scritto da Vittoriano Nori nel 1989 in Incontriamoci: ”Il mio impatto con l’Istituto ebbe luogo nei venti giorni di frequenza alla scuola di aggiornamento suppletivo della quinta classe elementare, nell’agosto del 1940. Il 10 giugno l’Italia era entrata in guerra in un conflitto che doveva finire in poche settimane! In quei 20 giorni (mezza giornata di scuola, al mattino) incominciammo ad imparare l’analisi logica, perché nei nostri paesi di residenza era insegnata soltanto l’analisi grammaticale”.

“In ottobre del 1940 inizio dell’anno scolastico in prima ginnasio: nostro maestro Padre Zeffirino Apolloni, arrivato a Montecchio Maggiore da pochi giorni. Noi in Istituto siamo stati i suoi primi scolari: Severino Caldonazzo, Antonio Carletti, Guido Cozza, Giuseppe Serafini, Tarcisio Boschetti di Montecchio Maggiore, Abramo Tonus di Piavon di Oderzo, Marino Corder di Ponte di Piave, Cleto Smania di Caldogno, Romeo Lorenzi di Valdagno, Ottavio Mascotto di Lobbia di Locara, Franco Efisio di Prova, Lino Pavan di San Bonifacio, Giovanni Fornaro di Trissino, Giorgio Bertozzo di San Benedetto di Trissino, Adriano Cencherle di Schio, Renzo Cappelletti di Vicenza, Emilio Ferro di Roncà, Cesare Nicolato di Chiampo, Antonio Gabrielletto di Altavilla, Gianfranco Dalla Fontana di Sarcedo, Nicola Sanson di Thiene, Albano Dalla Vecchia di Sovizzo, Armando Zaccaria di Vicenza, Alessandro Vignato di Gambellara, Umberto Lovato di Meledo di Sarego, Silvio Colombara di Sovizzo, Vittorino Longo di Arcole, Pietro Gasparotto di Gazzo Padovano, Bartolomeo Zappi di Ancona, Alfredo Donadi di Treviso e, naturalmente, il sottoscritto Vittoriano Nori di Castello di Arzignano. Alcuni di questi, con don Zeffirino nostro, stanno ricomponendo la classe nel regno del Padre comune. Essi sono: Corder (già vice ministro degli Interni), Gabrielletto, Bertozzo, Colombara, Longo. Una classe, come del resto tutte quelle dell’Istituto un tempo, composte da ragazzi esterni ed interni provenienti da più provincie del Veneto e uno da Ancona”.

1941 - 1945 inizio pagina

Sono poche le note relative al 1941 della Cronistoria dell’Istituto. “3 ottobre: ora S. Giuseppe dovrà provvedere anche il pane quotidiano razionato agli uomini, ma che serve bastare per i suoi figliuoli; 5 ottobre, ingresso, ci sono quasi tutti: molti genitori con l’ansia di sapere se c’è pane a sufficienza. In complesso, sereni, anche i nuovi. Abbiamo in tutto 106 aspiranti”.

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Nel 1942 la cronaca riporta la festa sacerdotale celebrata il 9 luglio prima al santuario di Monte Berico, poi in Istituto, da sei novelli giuseppini: Padre Cornelio Wisintainer, Padre Modesto Priante, Padre Felice Todescato, Padre Mario Cugnasco, Padre Italo Dentesano e Padre Antonio Paludo.

Festa a Monte Berico e in Istituto anche l’8 luglio 1943 per sette novelli sacerdoti giuseppini. Si tratta di Padre Giocondo Sartori, Padre Silvano Androgna, Padre Giuseppe Guderzo, Padre Eugenio Dalle Palle, Padre Giovanni Agnoletto, Padre Remo Franchini, Padre Giovanni Nascita, i quali, nella Scuola Apostolica Maria Immacolata avevano compiuto gli studi del ginnasio.

Le preoccupazioni per gli eventi bellici sono molto forti nel direttore Padre Dario Priante. Egli scrive il primo ottobre: “Si è in attesa del doloroso domani, quando i tedeschi evacueranno. Intanto nel nome del Signore si è deciso di riprendere il lavoro normale, aprendo la Scuola….”.

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Le difficoltà sono enormi anche all’interno dell’Istituto per i fatti di guerra. Dopo la gioiosa celebrazione sacerdotale dei novelli leviti Padre Giovanni Brusamarello, Padre Eugenio Vencato, Padre Giuseppe Carletti e Padre Attilio Stecca, celebrazione avvenuta il 13 luglio 1944 e l’inizio del nuovo anno scolastico, la cronaca registra: “I tedeschi occupano parte del Collegio Maria Immacolata di Montecchio Maggiore”.

Il fatto è raccontato dall’ex allievo Renato Virgilio Scapin in forma romanzata:

“Un pomeriggio di novembre del 1944, durante la ricreazione, il portone del collegio di Montecchio Maggiore si spalancò improvvisamente, ed entrò una grossa pattuglia di soldati tedeschi. Erano tutti anziani, molti portavano gli occhiali e battevano il passo con cadenza stanca e disordinata. Il comandante correva lungo la squadra avanti e indietro facendo rimbalzare sul petto una piastra di metallo lucida, a mezzaluna, e lanciava ordini secchi con voce stridula. Pareva furioso. Sotto la tettoia fece segnare il passo, urlò dietrofront, fiancodestr, fianco-sinistr. Fermò gli uomini quando s’accorse che superiori e collegiali erano come imbambolati a guardarlo. Si girò facendo stridere i tacchi di ferro sul cemento e tese la mano al direttore che gli andava incontro. Sorrideva con la bocca e con gli occhi come un serpente”.

“Padre Cornelio corse a fare l’interprete. ‘Il comandante m’informa che ripartiranno domani e che durante la loro permanenza il collegio sarà vigilato come una caserma militare’, disse Padre Cornelio rivolto al Padre direttore. Il comandante tedesco guardava le colline brulle che sovrastano il collegio e il muro che ne recinta il cortile. Non attese la risposta del Padre superiore, si congedò per andare verso alcuni camion che erano intanto arrivati. I soldati tirarono il filo spinato sul muro di cinta mentre altri scaricavano balle di paglia e casse. In breve tempo si sparsero per il cortile, sotto la tettoia, entrarono nella sala del teatro e vi si installarono come a casa propria. Il direttore era scomparso”.

“La sera, durante la recita del Rosario, una decina di soldati entrarono in chiesa; ne trovammo due, che, seduti per terra in un angolo del refettorio, mangiavano carne in scatola e pane nero, sorridendo alle nostre facce spaventate. Era calata una nebbia densa, e dopo cena, quando i soldati si accovacciarono per terra in attesa dell’ordine di andare a dormire, il cortile sembrò un campo di battaglia devastato”.

“I tedeschi avevano occupato due stanzoni all’ultimo piano del collegio e vi avevano fatto il loro dormitorio. I letti erano stati mandati in soffitta e sul pavimento era stata buttata la paglia. Tutto il collegio ne era pieno e se ne sentiva l’odore polveroso nell’aria. Nessuno dormiva. I passi chiodati dei soldati battevano lentamente sui gradini, si avvicinavano e si allontanavano insistenti lungo il corridoio”.

“I tedeschi, arrivati la sera prima nel nostro collegio, erano partiti prestissimo con mitragliatrici e mortai. Padre Cornelio, obbligato come loro interprete, era partito prima dei soldati tedeschi. Quella partenza dei soldati aveva innervosito tutti. Lo stato di tensione non era stato provocato dalla presenza delle sentinelle tedesche, che si muovevano lungo il muro di cinta o stavano di piantone davanti alle porte sbarrate che davano sulla strada, e nemmeno dai fasci di filo spinato che penzolavano dalla cresta del muro, ma dagli spari e dalle raffiche di mitra, ora isolate e ora fitte come un rumore di grandine, che venivano dalle colline”.

Intensa la cronaca del 1945, soprattutto per gli eventi legati alla guerra. Il 12 marzo il decreto che ordina la requisizione dell’Istituto per collocarvi gli uffici del ministero della marina della repubblica sociale italiana. Tutta la parte nuova del fabbricato deve essere sgomberata. Gli aspiranti di terza e quarta della Scuola Apostolica si trasferiscono il 27 marzo nell’antico convento annesso alla chiesa di Madonna dei Prati a Brendola.

Nell’Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore il 27 – 28 aprile giungono molti tedeschi in fuga dal fronte di guerra; occupano le camere dei Padri e fanno man bassa su ciò che trovano, sia di viveri che di vestiario.

L’1 maggio, dopo la liberazione, nell’Istituto si riordina la casa per accogliere gli aspiranti che tornano in gran numero e si riprendono le scuole. Nel luglio del 1945 i giuseppini iniziano a Montecchio Maggiore la nuova istituzione caritativa dell’Orfanatrofio Leonardo Murialdo, che deve raccogliere i poveri orfanelli di guerra. Non essendosi per il momento trovata una Casa adatta per una stabile sede, provvisoriamente l’Orfanatrofio Murialdo viene collocato in una parte dell’Istituto Maria Immacolata. Ne è direttore Padre Mariano Bonato.

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Il 20 e il 21 agosto 1945 il Padre generale Luigi Casaril fa visita al Collegio.

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Nella Casa il superiore generale trova una nuova istituzione sorta in conseguenza della guerra: l’Orfanatrofio Murialdo con una quarantina di fanciulli. L’8 ottobre entrano sessanta bambini dell’Orfanatrofio; il 18 ottobre entrano un centinaio di aspiranti; il 25 ottobre don Dario Priante, sostituito dal nuovo direttore don Amedeo Casotto, parte per la sua nuova destinazione; a novembre andamento normale, ma difficoltà di provvedere il latte e si fa colazione a sacco o con caffè o brodo di verdura; l’11 dicembre don Cornelio Wisentainer parte per Treviso, Ponte di Piave, Oderzo in cerca di compratori di merce onde realizzare fondi per far fronte alla critica situazione economica della Casa.

1946 - 1950 inizio pagina

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Anno 1946. Scrive Padre Mario Longhin: “Anno di grande pazienza per tutti in Istituto, a causa delle due opere abbinate in sede unica, e cioè l’orfanatrofio e la Scuola Apostolica, con due direttori e due comunità. Molte e varie le difficoltà di convivenza, che, con l’aiuto divino, si cerca di smussare, appianare ed eliminare. A giugno termina l’anno scolastico. Le ferie durano un mese e mezzo circa: però alcuni orfanelli rimangono quasi incustoditi perché gli insegnanti rientrano in famiglia. Il 7 ottobre il Collegio accoglie i numerosi aspiranti pel nuovo anno scolastico e che formeranno la cara famiglia giuseppina montecchiana: in tutto i ragazzi sono circa 170”.

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Anno 1947. Le ricorrenze importanti sono il 19 marzo festa di San Giuseppe, il raduno della mamme apostoliche del 18 maggio, la giornata delle vocazioni del 18 settembre, la festa del noviziato del 21 novembre e la festa dell’Immacolata dell’8 dicembre.

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Nel 1948 l’Istituto accoglie 148 aspiranti (25 in quinta elementare, 42 in prima media, 36 in seconda media, 27 in terza media e 18 in quarta ginnasio).Si assiste alla solenne celebrazione del 75° di fondazione della Congregazione dei Padri Giuseppini, alla commemorazione del fondatore Leonardo Murialdo e alla Giornata Sacerdotale Giuseppina.

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Due importanti avvenimenti di vita religiosa nel corso del 1949 all’Istituto di Montecchio, dove è istituita per gli aspiranti maggiori anche la classe 5ª ginnasio: la giornata delle vocazioni sacerdotali giuseppine e la giornata sacerdotale giuseppina. Il primo si svolge il 29 maggio, alla presenza del superiore generale P. Luigi Casaril. Il secondo avvenimento si svolge il 4 settembre con il 25º di sacerdozio del Padre Antonio Boschetti, vicario generale dei Padri Giuseppini, e la messa celebrata in duomo di S. Vitale con i novelli leviti della congregazione. Il 25 ottobre, poi, proveniente dal duomo di S. Vitale, giunge in Istituto la Madonna Pellegrina, prima di salire sui colli vicini di Santissima Trinità.

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Ancora per l’anno 1950 gli aspiranti maggiori di quarta e quinta ginnasio si trovano all’Istituto di Montecchio; verranno trasferiti a Ponte di Piave con l’inizio del nuovo anno scolastico in ottobre. Qui rimangono gli aspiranti di quinta elementare e quelli delle tre classi della scuola media.

 

 

1951 - 1955 inizio pagina

E’ l’anno 1951. A febbraio esce l’ultimo numero di Murialdo, foglio di propaganda della Scuola Apostolica e a giugno – luglio il primo numero di In Cammino con la cronaca della Casa Giuseppina di Montecchio Maggiore.

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Nel 1952 la scomparsa del chierico Mario Favaro in missione porta tanta mestizia in Istituto, dove l’ex insegnante viene ricordato e commemorato, alla presenza del superiore generale la sera dell’8 maggio. Il direttore P. Amedeo Pasotto è nominato in settembre superiore provinciale e il suo posto è assunto a Montecchio Maggiore da P, Eugenio Venato, già vice direttore del Patronato Pio IXº a Venezia e direttore dell’Orfanatrofio Murialdo di Arcugnano. Gli aspiranti, nell’ottobre 1952, sono in tutto 170, che frequentano una quinta classe elementare, due prime medie, due seconde medie, una terza media.

Il fatto più importante dell’anno 1953 è la inaugurazione della nuova ala dell’Istituto, che avviene l’8 novembre. Dal 19 dicembre gli aspiranti maggiori (10 di quinta ginnasio e 26 di quarta), dopo tre mesi di permanenza all’Istituto di Montecchio Maggiore, sono alla Villa S. Giuseppe di Arcugnano, sui colli berici, già sede provvisoria dell’Orfanatrofio Murialdo.

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La stampa giuseppina (interna ed esterna all’Istituto) racconta i fatti più importanti che caratterizzano la vita della Scuola Apostolica nel corso dell’anno 1954: visita dei missionari don Armando Martini, don Tarcisio Lughi, don Bruno Dalla Vecchia, Antonio Chiminello il 6 gennaio; visita del superiore provinciale il 22 febbraio; celebrazione solenne di S. Giuseppe il 19 marzo; pellegrinaggio a Monte Berico il 13 maggio insieme agli aspiranti maggiori di Arcugnano e ai chierici di Ponte di Piave; il rientro in Istituto il 2 agosto; celebrazione della festa sacerdotale giuseppina il 22 agosto con 14 novelli leviti; visita di alcuni missionari il 6 settembre, vacanze autunnali per pochi giorni; rientro in Istituto degli aspiranti e dei nuovi arrivati (in tutto sono 150) il 30 settembre; inizio del nuovo anno scolastico il giorno 1 ottobre; visita del vicario generale dei Giuseppini P. Vincenzo Minciacchi il 3 novembre.

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Nel 1955 ritorna don Amedeo Pasotto alla direzione dell’Istituto e parte per Enego il direttore uscente don Eugenio Vencato per guidare l’Orfanatrofio Murialdo. Il 27 novembre importante accademia in onore di Santa Cecilia e inaugurazione della nuova divisa degli aspiranti della Scuola Apostolica.

1956 - 1960 inizio pagina

Nel 1956 si può dire che il Collegio è al completo: 170 piccoli aspiranti riempiono aule, camerate e cappella. Le classi per la scuola sono quattro: quinta elementare, due di prima media, una seconda media, una terza media.

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Nel settembre del 1957 cambia il direttore: don Amedeo Pasotto è trasferito a dirigere il Patronato Leone XIIIº di Vicenza. Nuovo direttore a Montecchio Maggiore è don Lino Barbieri .

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Anno 1958. Sono in tutto 180 gli aspiranti della Scuola Apostolica per le classi quinta elementare e prima, seconda e terza media. L’elezione a superiore generale dei Padri Giuseppini di P. Antonio Boschetti, che avviene il 22 luglio al termine del XIIº Capitolo Generale della Pia Società di S. Giuseppe, suscita viva e sincera esultanza specialmente a Montecchio Maggiore, suo paese natale, e alla Scuola Apostolica Maria Immacolata. Ha come punto di richiamo in questo 1958 la giornata sacerdotale giuseppina, con il P. Antonio Boschetti, che per la prima volta, il 31 agosto, ritorna al paese natio dopo la sua elezione.

Sono 198 gli aspiranti a Montecchio Maggiore nell’anno 1959: due classi di quinta elementare, due quelle di prima media, una quella di seconda media, due quelle di terza media.

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L’anno si apre con un lutto in famiglia: la scomparsa del P. Mario Longhin, che avviene all’ospedale di Montecchio Maggiore all’alba del giorno 18 febbraio.

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Siamo al 1960, in settembre cambio della guardia alla Scuola Apostolica: il direttore P. Lino Barbieri è trasferito dalla fiducia dei superiori alla direzione dell’Istituto “Don Costantino” a Mirano (Venezia). Gli succede a Montecchio il P. Bruno Bison per una nuova esperienza.

1961 - 1965 inizio pagina

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Da quest’anno 1961 la terza media è ad Arcugnano alla Villa S.Giuseppe, insieme con le classi quarta e quinta ginnasio. Alla Scuola Apostolica funzionano una classe di quinta elementare, tre classi di prima media e una classe di seconda media, per un totale di 160 studenti.

Anno 1962. Sono 136 gli aspiranti della Scuola Apostolica, frequentanti una classe della quinta elementare, tre della prima media e due della seconda media.

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Nel 1963 è nuovo direttore all’Istituto Maria Immacolata il P. Gino Gini, sono presenti 150 aspiranti, che frequentano cinque classi: una di quinta elementare, due di prima media e due di seconda media.

Si ricorda la partecipazione degli studenti dell’Istituto a Roma alla solenne beatificazione di Leonardo Murialdo. Il 22 dicembre la beatificazione del Murialdo viene ricordata al duomo di S.Vitale di Montecchio con una messa solenne del superiore provinciale P. Nazzareno Montanari Lughi alle 11 e con una commemorazione tenuta dall’ex allievo giuseppino avv. Marino Corder alle ore 15.

Anno 1964. Gli alunni aspiranti in Istituto sono 193 complessivamente, per le classi quinta elementare, prima, seconda e terza media. Da quest’anno le visite dei familiari e dei parenti si fanno ogni domenica, dalle ore 13 alle ore 15,30.

Siamo al 1965. Gli alunni, dal primo ottobre, sono 145 con cinque lassi: una di quinta elementare, due di prima media e due di seconda media.

1966 - 1970 inizio pagina

Anno 1966. Sono 150 gli aspiranti ospiti in Istituto, visitato nel corso dell’inverno dai missionari giuseppini don Dante Fontana, don Giovanni Apolloni, don Guerrino Gardellin, don Francesco Ivaldi e dal consultore generale della Congregazione don Egisto Crociani il 23 aprile.

Il 25 novembre, aderendo all’invito rivoltogli dal direttore don Gino Gini, il vescovo diocesano mons. Carlo Zinato si compiace di intervenire alla Scuola Apostolica Maria Immacolata ad un incontro con i Padri e gli aspiranti giuseppini.

Anno 1967. Visita in Istituto di P. Angelo costa dal Brasile il 5 gennaio, di P. Franco Magrini dal Cile il 22 gennaio, di P. Dario Priante da Enego il 7 febbraio e nel corso della primavera di P. Antonio Capri da Napo, di P. Pietro Volpi dall’Argentina, di P. Umberto Dorigatti dall’Equatore, di P. Giuseppe Bossoni dal Cile e dell’ex superiore generale P. Luigi Casaril.

Giugno vede gli aspiranti assai impegnati per gli esami di fine d’anno. I risultati sono più che soddisfacenti: presentati 134, licenziati o promossi 94, rimandati 39.

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L’anno 1968 si apre in Istituto con una gita devozionale alla Grotta di Lourdes a Chiampo e con la visita all’artistico presepio della Pieve. La stagione invernale causa una epidemia influenzale, che mette a letto buona parte degli studenti e degli insegnanti. A settembre in Istituto cambia il direttore: P. Gino Gini è trasferito a Padova al Pensionato Universitario Murialdo e gli subentra P. Giuseppe Bellotto, già insegnante nelle Scuole Apostoliche di Montecchio Maggiore, di Arcugnano e Civezzano.

Nell’anno 1969 sono 102 gli aspiranti giuseppini di Montecchio Maggiore e cinque classi di scuola: una di quinta elementare, due di prima media, una di seconda media e una di terza media .

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In febbraio P. Zeffirino Apolloni compie 79 anni. La cronaca così registra l’avvenimento: “D. Zeffirino al mattino celebra e tiene l’omelia ai ragazzi. A mezzogiorno, invece, tengono l’omelia i confratelli. Don Zeffirino approva, chiarisce, confuta, protesta, s’oscura in volto, si rabbonisce e gli resta il tempo anche per mandar giù qualcosa!”.

Anno 1970. Sono 106 gli studenti dell’Istituto con cinque classi: una di quinta elementare, due di prima media, una di seconda media e una di terza media.

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La famiglia del benefattore Arturo Pezzo fa dono di una bella statua, in pietra tenera dei berici, di San Leonardo Murialdo nell’atto di benedire un orfanello, da collocarsi nel piccolo giardino dell’Istituto, di fianco all’entrata principale. Per l’inaugurazione, giunge da Padova domenica 22 novembre, il consultore provinciale P, Giovanni Pizzuto. La statua è dello scultore prof. Giuseppe Segato.

1971 - 1975 inizio pagina

Anno 1971. All’inizio del nuovo anno scolastico gli alunni ascendono a 105 distribuiti in 32 nelle due quinte elementari, 38 nelle due prime medie 18 nella seconda media e 17 nella terza.

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Il centro delle “Cronache 1971” è Padre Zeffirino Apolloni, che il 19 marzo, festa di S. Giuseppe, celebra il cinquantesimo della ordinazione sacerdotale. Il 4 novembre ha luogo a Montecchio Maggiore – San Vitale, una solenne cerimonia con la consegna di Cavaliere di Vittorio Veneto a cento ex combattenti della prima guerra mondiale. Durante il pranzo, svoltosi in Istituto con oltre 400 persone, il sindaco on. Corà consegna l’onorificenza anzidetta ai giuseppini P. Zeffirino Apolloni e P. Fortunato Panozzo.

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Il 1972 l’istituto conta 140 allievi (129 interni e 11 esterni) suddivisi in sei classi: una di quinta elementare, due di prima media, due di seconda media e una di terza media.

Il 20 aprile scompare per malattia il P. Mariano Bonato, all’età di 60 anni, in Istituto dal 1960.

L’8 dicembre, festa dell’Immacolata, il P. Fortunato Panozzo ha la gioia di commemorare, a 78 anni, il suo cinquantesimo di ordinazione sacerdotale.

Nel 1973 sono 150 gli aspiranti della Scuola Apostolica, più di 25 alunni esterni che frequentano quattro classi di scuola: una di quinta elementare, una di prima media, una di seconda media e una di terza media. I 23 aspiranti di quarta e quinta ginnasio, già a Civezzano, sono sistemati nei locali della vicina Villa Maria in Montecchio.

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Per suggerimento del superiore provinciale P. Girolamo Zanconato sono festeggiati nell’Istituto di Montecchio il 4 febbraio i seguenti giuseppini insigniti del cavalierato di Vittorio Veneto: P. Angelo Fabris (78 anni) e P. Leone Zonta (79 anni) residenti al Collegio Brandolini – Rota di Oderzo, P. Ottavio Colle (85 anni) residente all’Istituto Turazza di Treviso, P. Bassiano Zonta (81 anni) residente all’Istituto Sacro Cuore di Modena, P. Zeffirino Apolloni (83 anni) e P. Fortunato Panozzo (79 anni) entrambi residenti nello stesso Istituto a Montecchio Maggiore. Concelebrazione e pranzo con il superiore provinciale.

Un obiettivo conseguito nell’anno scolastico 1972 – 1973 è il riconoscimento legale delle prime due classi della scuola media; nel prossimo anno dovrebbe ottenersi il riconoscimento anche per la terza media. La scuola rimane così annessa alla scuola media parificata del Patronato Leone XIIIº di Vicenza.

Fatto notevole per l’anno scolastico 1973 – 1974 la conseguita parificazione anche della terza media, con viva soddisfazione di tutti.

Nel 1974 gli alunni ascendono a 148 convittori e a 48 esterni, distribuiti dalla quinta elementare alla terza media. Nella vicina Villa “Maria” la quarta ginnasio è frequentata da 16 aspiranti e la quinta ginnasio da 11, dei quali 7 appartengono alla provincia piemontese.

Anno 1975. Dall’8 all’11 maggio circa 150 persone, tra alunni e loro parenti, mamme apostoliche e amici dell’Istituto, compiono un pellegrinaggio a Roma per l’anno santo, in compagnia del direttore Padre Giuseppe Bellotto e di altri tre sacerdoti giuseppini.

Domenica 18 maggio, solennità di Pentecoste e giorno della memoria di San Leonardo Murialdo, il superiore provinciale Padre Girolamo Zanconato festeggia le sue nozze d’argento sacerdotali nella Scuola Apostolica, dove era stato educato nella sua adolescenza.

1976 - 1980 inizio pagina

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Anno 1976: l’Istituto conta complessivamente 175 alunni, dei quali 95 convittori e 80 esterni. Di essi 25 frequentano la quinta elementare, 63 le due prime medie, 42 le due seconde medie e 45 le due terze medie. A questi alunni va aggiunto il gruppo del biennio, formato da 27 ragazzi, dei quali 18 veneti e 9 bergamaschi provenienti dalla Scuola Apostolica di Valbrembo. Il gruppo del biennio, che nei tre anni precedenti aveva la propria sede a Villa “Maria”, una casa in affitto posta a duecento metri dall’Istituto, essendo questa stata acquistata dal comune, si è trasferito dall’inizio dell’anno scolastico al terzo piano dell’ala nord dello stesso Istituto.

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Anno 1977: il nuovo direttore è Padre Ferruccio Cavaggioni. Padre Angelo Dal Santo è festeggiato in Istituto per il suo 25º di sacerdozio domenica 20 marzo e domenica di Pasqua, 10 aprile, Padre Giampaolo Virgili celebra la sua prima messa a San Vitale di Montecchio Maggiore.

Il 20 settembre, dopo tre mesi di vacanza, l’Istituto si ripopola di 185 alunni, dei quali 179 frequentano le tre classi della scuola media e 6 il biennio superiore. I convittori sono una sessantina. La novità maggiore è rappresentata dalla eliminazione della quinta elementare.

I ragazzi frequentanti provengono quasi tutti da famiglie borghesi, abitanti entro un raggio di quindici – diciotto chilometri dall’Istituto. Le richieste di iscrizione sono numerosissime essendo la scuola statale in grave crisi. Alla presentazione della domanda di iscrizione viene consegnato ai genitori un regolamento interno che viene poi approfondito in un secondo incontro. I ragazzi che chiedono di entrare devono partecipare ad un corso preaspirantistico della durata di circa venti giorni. Nelle domeniche intervengono anche i genitori. L’ammissione alla Scuola Apostolica avviene in base al modo di comportarsi del ragazzo e a condizione che egli non manifesti una propensione ad escludere i germi della vocazione.

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Durante l’estate del 1978 a Tonezza, nella colonia alpina Umberto Iº, nel periodo tra il 28 giugno e il 7 agosto si succedono due turni di ragazzi. Il primo è formato da coloro che hanno chiesto di frequentare la prima media presso l’Istituto nell’anno scolastico 1978-1979; il secondo turno di ragazzi, formato da coloro che hanno frequentato la prima e la seconda media, trascorre tre settimane di vita molto intensa prendendo come impegno “vivere il Vangelo”. Due campeggi si svolgono a Pralongo di Forno di Zoldo, dal 17 luglio al 14 agosto. Il primo con i ragazzi di terza media dell’Istituto, il secondo con il gruppo parrocchiale di ragazzi e ragazze provenienti dalla rettoria affidata alla comunità giuseppina di Montecchio.

Domenica 13 agosto spira a Montecchio Maggiore alle ore 9 del mattino il sacerdote giuseppino Padre Fortunato Panozzo di 83 anni. A Montecchio Maggiore, prima e ultima tappa del suo apostolato, si distingue nelle visite agli infermi e nel ministero delle confessioni.

Per la comunità giuseppina di Montecchio Maggiore l’avvenimento “più importante e doloroso di quest’anno” 1979 è la scomparta del “nostro patriarca” Padre Zeffirino Apolloni, avvenuta il giorno 2 aprile. La vita di Padre Zeffirino parla da sola: una testimonianza chiara di letizia e di speranza, di semplicità e di fede, di umiltà e di carità.

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Alcuni pensieri, particolarmente cari e familiari al Padre Zeffirino: ‘Guarda il mondo con l’animo di un fanciullo e il mondo ti apparirà nel suo vero significato, cioè un capolavoro dimenticato, una fonte di stupore e una promessa di felicità; abbandoniamoci alla misericordia del Padre, al quale la nostra fiducia sarà più gradita delle ricerche scrupolose; non preoccupiamoci tanto del passato, su cui non possiamo nulla, quanto del presente per santificarlo e dell’avvenire per prepararlo; mai avvilirci: sempre speranza e fiducia e spirito di fede’”.

In casa sono effettuati alcuni lavori di manutenzione e di restauri e la comunità subisce qualche mutamento: di notevole importanza il trasferimento del biennio da Montecchio (con scuola a Lonigo) a Vicenza con residenza in un’ala del convento di Santa Lucia e scuola in seminario vescovile. Segue gli studenti anche P. Mauro Peserico. Questi i dati dell’anno scolastico 1978-79 concluso: 62 alunni in prima media, 54 in seconda, 46 in terza, 8 nel biennio superiore, convittori 34.

Anno 1980. Gli alunni sono 170, dei quali 27 sono interni. Le prime contano 62 alunni, le seconde 56 e le terze 52. Il 18 maggio, festa di San Leonardo Murialdo, Padre Albano Dalla Vecchia celebra solennemente il suo 25º di sacerdozio.

1981 - 1985 inizio pagina

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Nel 1981 è direttore Padre Flavio Allegro. I dati degli alunni in Istituto dell’anno scolastico 1980 – 1981 sono i seguenti: 60 alunni in prima media, 59 in seconda, 50 in terza, convittori 20. Domenica 15 novembre rinnovano la professione religiosa gli studenti del tirocinio: Paolo Rappo, Antonio Fabris e Vinicio Carletti.

Nell’anno 1982 la comunità di Montecchio riceve numerose visite di superiori e Padri giuseppini: il vescovo mons. Giulio Parise, il vicario generale P. Giuseppe Rosso, P. Mario Cailotto e Michele Zampedri in partenza per l’America e P. Mario Zarantonello in partenza per la Sierra Leone. Di ritorno da questo Paese fa visita all’Istituto il superiore provinciale P, Giuseppe Bellotto.

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La casa giuseppina di Montecchio vive un lutto: la scomparsa, all’età di 72 anni, del laico Tarcisio De Toni, che avviene il 18 marzo, alla vigilia della festa di S. Giuseppe.

I dati degli alunni dell’Istituto nell’anno scolastico 1981 – 1982: 30 sono gli alunni di prima media, 57 quelli di seconda, 59 quelli di terza, 15 i convittori.

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Nel 1983 il 14 agosto, presso l’ospedale di Montecchio Maggiore, decede il Padre Antonio Nardon. Nell’anno scolastico 1982 – 1983 gli alunni dell’Istituto sono: 25 in prima media, 28 in seconda media, 52 in terza media, 3 del biennio superiore.

La cronaca del 1984 registra la partenza per l’Africa di un altro giuseppino, P. Gianni Zanni, che va ad aggiungersi ad altri giuseppini che costituiscono la comunità di Lunsar (Sierra Leone).

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E’ nuovo direttore in Istituto il Padre Solideo Poletti. Gli alunni dell’anno scolastico 1983 – 1984 sono: 20 in prima media, 26 in seconda, 23 in terza, 2 nel biennio superiore.

Anno 1985: gli alunni sono 19 in prima media, 17 in seconda, 24 in terza.

1986 - 1990 inizio pagina

Anno 1986: gli alunni frequentanti l’Istituto sono 18 in prima media, 23 in seconda e 16 in terza.

L’attuale fisionomia dell’Istituto Maria Immacolata è illustrata nel numero del periodico interno “A chi domandasse se l’Istituto è lo stesso di dieci, venti, trenta, quarant’anni fa, rispondiamo che la storia cammina e noi dobbiamo stare al passo dei tempi; anche il nostro ambiente si è rinnovato. Ora è un’opera dove hanno preso corpo tre realtà: “un centro di animazione vocazionale”, che opera su un gruppo di ragazzi (anche interni) sia nell’ambiente ecclesiale circostante; “una scuola media inferiore (sezione unica)”, frequentata dal gruppo vocazionale e da altri ragazzi; “la rettoria La Valle”, a carattere prevalentemente giovanile e destinata a diventare parrocchia.

Il 20 ottobre è festeggiato Padre Giovanni Pretto per i 60 anni di ordinazione sacerdotale.

Nell’anno 1987 gli alunni in prima media sono trenta, diciassette in seconda e ventitre in terza.

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Tutte le comunità giuseppine della provincia veneta sono coinvolte nella partecipazione alla festa sacerdotale, che si svolge il 23 e 24 maggio. L’occasione è la ordinazione sacerdotale di Pierangelo Valerio, conferita nel duomo di San Vitale da Mons. Luigi Del Gallo.

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Domenica 17 aprile del 1988 l’Istituto e la Parrocchia S. Maria Immacolata vivono con la comunità religiosa delle Murialdine la gioia di celebrare insieme alcuni anniversari importanti: il 25º di sacerdozio dei Padri Antonio Volpato e Flavio Allegro, il cinquantesimo di professione di una suora cottolenghina e di una dorotea, il quarantesimo di professione religiosa di quattro suore murialdine, il 25º di professione di tre suore murialdine.

Sono 64 gli alunni dell’anno scolastico: venti in prima media, 28 in seconda e sedici in terza.

L’anno 1989 vede due realtà esistenti nella Casa: un centro di animazione vocazionale che opera su un gruppo di ragazzi (anche interni) e sull’ambiente ecclesiale circostante e una scuola media inferiore frequentata dal gruppo vocazionale e da altri ragazzi della zona.

Anno 1990: 24 allievi in prima media, 24 in seconda e 24 in terza.

Scompare il 16 giugno, all’età di 91 anni, il Padre Giovanni Pretto, componente della comunità giuseppina di Montecchio Maggiore.

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Dopo sei anni lascia l’incarico Padre Solideo Poletti, trasferito nella Comunità Murialdo di Vicenza e prende il suo posto Padre Gianni Tescaro, proveniente dalla medesima.

 

 

1991 - 1995 inizio pagina

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Anno 1991: 25 allievi in prima media, 22 in seconda, 22 in terza.

Durante l’estate campi scuola a Posina e celebrazioni in Istituto per la rinnovazione dei voti di Roberto Cracco, i 40 anni di ordinazione sacerdotale e 50 anni di vita religiosa di Padre Giuseppe Idiotti .

Siamo al 1992: i ragazzi a scuola sono 27 in prima media, 19 in seconda media e 22 in terza media. Il 24 ottobre cinque padri dell’Istituto, un gruppetto di ex allievi, alcune mamme apostoliche, alcuni fedeli della parrocchia S. Maria Immacolata della Valle, genitori di alunni frequentanti l’Istituto, rappresentanti dell’Associazione Murialdo, in tutto cinquanta persone, partecipano alla gita-pellegrinaggio a Torino per la cerimonia svoltasi presso l’urna di S.Leonardo Murialdo al santuario di Nostra Signora della Salute.

Anno 1993. La scuola conta 102 allievi nelle tre medie. All’ospedale di Montecchio muore il 3 febbraio Padre Giuseppe Carletti, all’età di 77 anni.

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1994 . Tappe storiche e nuove scelte all’Istituto Maria Immacolata. Prima volta nella storia dell’Istituto la scuola media è stata aperta con l’anno scolastico 1993 – 1994 alle ragazze. Questo perché, è venuto meno, si è infatti indebolita la disponibilità a rispondere ad una vocazione religiosa sacerdotale, il volto di seminario. Ora è scuola media privata, legalmente riconosciuta, gestita da religiosi, scuola cattolica, aperta a tutti i ragazzi e ragazze. Gli studenti sono complessivamente 106.

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Solenni celebrazioni religiose il 22 maggio per il 50º di sacerdozio di Padre Eugenio Vencato e il 50º di professione religiosa delle suore dorotee Luigia Luison e Berica Franco.

Il 25 settembre, nella cappella dell’Istituto, Roberto Cracco, ex allievo degli anni 70, fa la sua professione perpetua con i voti di povertà, castità e obbedienza nella congregazione dei padri giuseppini.

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Una visita graditissima è fatta all’Istituto, che lo ha visto adolescente il nuovo vescovo giuseppino mons. Paolo Mietto, ex superiore generale della congregazione, ausiliare del vicario apostolico del Napo mons. Giulio Parise.

Anno 1995. Sono 106 gli alunni/e della scuola nell’anno scolastico 1994 – 1995.

La vigilia di San Giuseppe, in mattinata, mons. Pietro Nonis, vescovo diocesano di Vicenza in visita pastorale alla parrocchia giuseppina di S. Maria Immacolata, si intrattiene per un’ora e mezza in teatro con tutti i ragazzi dell’Istituto, gli insegnanti ed alcuni genitori.

1996 - 2000 inizio pagina

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1996 . Don Giuseppe Garbin è il nuovo direttore dell’Istituto mentre don Gianni Tescaro assume la direzione della Casa giuseppina di Ponte di Piave.

Il giuseppino Roberto Cracco, dopo anni di studio e di vita religiosa sperimentale (di cui due anni trascorsi a Montecchio Maggiore con i ragazzi della scuola e nelle attività parrocchiali), è ordinato sacerdote il 13 aprile nella chiesa parrocchiale giuseppina “Nostra Signora della Salute”, a Torino. Un pullman parte la mattina stessa da Montecchio per tale avvenimento e per salutare P. Mario Venturini ora a Pinerolo.

Un lutto all’Istituto Maria Immacolata per la scomparsa di P. Giuseppe Gallio che avviene il 19 dicembre. “Ora sono arrivato alla partita finale, o meglio ai tempi supplementari”, diceva in un suo scritto dell’ultimo maggio, “attendo dall’Arbitro, insindacabile, il triplice fischio di chiusura. Sto vivendo il ricupero, poiché il salmista mi avverte: gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti….. e io sono agli ottantatrè. La mia vita spirituale è sempre stata accompagnata da una frenetica vita attiva, vita passata nei patronati, nella scuola, nello sport. Ora mi sono fermato e devo dare via libera al movimento dello spirito. Liberato da impegni devo affrontare con generosità e tempestività il nuovo corso, col nuovo programma. Quanto ho predicato agli altri, ora devo rivolgerlo a me stesso. Ho smesso di seguire l’esempio di Marta, l’evangelica, per seguire quello di Maria che, a detta di Gesù, è la parte migliore”.

1997 . Gli studenti frequentanti sono 127, le ragazze 51. Con le iniziative di Natale e Carnevale è iniziata una raccolta fondi per realizzare un’aula informatica.

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1998 . Gli studenti frequentanti sono 126, le ragazze 52. La compagnia teatrale “La Piccionaia” ha scelto la scuola media dei Giuseppini per un progetto sperimentale: la messa in scena de Le stagioni di Giacomo di Mario Rigoni Stern.

1999 . Anche a Montecchio, come per altri istituti non statali, si registra in questi ultimi anni una contrazione delle classi, scendendo sotto soglia cento allievi.

2000 . Per il centenario della morte, S. L. Murialdo è oggetto di approfondimenti in due occasioni: il 19 marzo con la presenza di Vittorio Garuti e il 21 maggio con suor Orsola, superiora generale delle Murialdine.

2001 - 2005 inizio pagina